venerdì 25 novembre 2011

Ribellarsi alle violenze

Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. I numeri che ci vengono proposti riguardo a questo fenomeno sono semplicemente spaventosi. Si legga il bellissimo post della 27esima ora del Corriere della Sera (http://27esimaora.corriere.it/articolo/quei-numeri-che-non-vogliamo-credere-e-la-violenza-che-piu-uccide-le-donne/#more-2848)
Quello che però mi piacerebbe ricordare in questo giorno, è che oltre alla violenza fisica e degli abusi terribili che ogni giorno vengono perpetrati ai danni delle donne, esiste tutta una serie di atteggiamenti, di noncuranze, di dati di fatto, di mancata considerazione, di imposizioni che generano piccole e continue violenze che le donne subiscono senza a volte nemmeno rendersene conto, diventandone loro malgrado complici.
I diritti negati, le discriminazioni, l’essere considerate come una “specie” fragile e protetta e per questo meno capace di affrontare la vita, la passività dei ruoli che il “senso comune” affibbia alle donne, senza possibilità di replica: ciascuno di questi atteggiamenti è una piccola scheggia che colpisce il genere al quale apparteniamo.
Spero che questo giorno sia un momento di riflessione e non di commemorazione, per lo meno, non solo.
Perché se è vero che ancor oggi le disparità fra generi sono molte, se è vero che in molte, troppe famiglie, si nascondono abusi inenarrabili, o intollerabili discriminazioni, è  vero anche che noi donne non abbiamo forse fatto abbastanza perché questo non succedesse.
Sarebbe rivoluzionario, se all’alba del 2012, riuscissimo tutte  a liberarci dagli stereotipi che ci siamo cucite addosso come abiti di sartoria e dietro ai quali spesso, confessiamolo, ci nascondiamo, per timore, consuetudine o comodità.
La più grande forma di opposizione alla violenza di genere è la ribellione.
Ci vuole molto coraggio, ma DOBBIAMO fare valere i nostri diritti, le nostre opposizioni. Rivendicare ciò che ci spetta, difenderci attivamente dagli abusi subiti, dalle porte sbattute in faccia.
Mi rivolgo anche e soprattutto, come fossero mie sorelle, alle figlie, madri e mogli che subiscono i soprusi di padri padroni che fuori dalle mura domestiche si trasformano in stimabili impiegati di banca: abbiate coraggio, per quanto sia difficile, di ritrovare la vostra libertà.
Credo che spesso alcune donne rimangano incastrate in trappole mortali, perché credono di non avere un’alternativa.
Perché il fatto di essere continuamente svilite, fa sì che arrivino a credere esse stesse di non valere nulla. Questo non dobbiamo e non possiamo accettarlo. Ogni donna è un mondo. Ogni donna è una risorsa. Ogni donna ha davanti a sé mille scelte possibili.
Ogni donna ha il diritto e il dovere di uscire dal proprio bozzolo di paura e di prendere il volo nel cielo limpido della libertà e dell’autodeterminazione.
Come fare? Chiedendo aiuto. In primis ad altre donne.
E urlare la verità a gran voce senza omertà e (finalmente) senza paura.

Nessun commento:

Posta un commento